Archivio 2016|2017

Laboratorio sulla proiezione (I-II anno).
LABORATORIDocenti: Giulia Valerio

La proiezione tesse continue relazioni e legami tra noi e gli altri, tra le diverse parti della nostra psiche, tra ciò che è vicino e ciò che è sconosciuto e lontano, tra funzioni specializzate e zone d’ombra; a volte sembra espellere ciò che temiamo e rifiutiamo, mentre in realtà crea relazioni e vincoli inconsci e difficili da sciogliere.

Il laboratorio propone riflessioni ed esperienze sulla proiezione, che promuove da un lato i movimenti difensivi della psiche, e dall’altro la creazione di eventi sincronicistici, in cui si costella un archetipo.

[4 moduli]

Laboratorio sul primo colloquio (I-IV anno).
LABORATORIDocenti: Michele Oldani

Il primo colloquio rappresenta un momento particolarmente importante della relazione terapeutica dato che, pur in presenza di un carico notevole di emozioni, curiosità, timori e aspettative, tende comunque a strutturare le forme e i contenuti del futuro lavoro psicologico.

[1 modulo]

Laboratorio di Teatro dell’oppresso (I-II anno).
LABORATORIDocenti: Rui Frati

Tre giornate di laboratorio teatrale, con giochi, esercizi e improvvisazioni. Elementi fondatori del collettivo: la fiducia in se stessi per esistere nel gruppo; il protagonista, l’antagonista e la nozione di conflitti creativi; la socializzazione dei conflitti; la creazione di scene teatro forum.

Alla fine della terza giornata, confronto, condivisione del lavoro prodotto in interno con un pubblico invitato. Dibattito teatrale interattivo su alcuni temi emersi durante il workshop.

[3 giornate]

L’invisibile nelle consultazioni etnocliniche e nelle pratiche terapeutiche tradizionali.
INCONTRI A TEMADocenti: Roberto Maisto, Giulia Valerio

La dimensione dell’invisibile è una particolare forma  di conoscenza che attraversa le diverse culture e in particolare appare  come un aspetto che si riverbera nelle pratiche di cura delle terapie  cosiddette tradizionali e che ritroviamo presente e potente nelle  consultazioni etnocliniche.

Andare verso l’invisibile appare  indispensabile per cogliere, interpretare e accostarsi alla sofferenza  che vivono i pazienti stranieri autoctoni incontrati nelle  consultazioni, ma consente anche un arricchimento critico dei nostri  approcci e teorie, e una rivisitazione delle terapie dell’anima.

Riflessioni sul tema della proiezione.
INCONTRI A TEMADocenti: Daniele Ribola, Giulia Valerio

La giornata propone alcune riflessioni sul fenomeno della proiezione, maturate in anni di lavoro e di condivisione, a partire dalla  pubblicazione in italiano del testo di Marie Louise von Franz Rispecchiamenti dell’anima fino ai Quattro saggi che lo commentano.

Analisi di un linguaggio simbolico: simbologie romaniche.
INCONTRI A TEMADocenti: Daniele Ribola

Più dell’epoca precedente e molto più di quelle successive il Medioevo é caratterizzato da un linguaggio e da una mentalità simbolica che pur nella varietà di stili e rappresentazioni possiede una coerenza e una omogeneità sorprendenti.

L’analisi delle simbologie presenti nell’arte romanica, in particolare nella scultura, non é semplice rievocazione storica di significati e forme sepolte dal tempo, ma risulta di una sorprendente modernità e attualità psichica.

Ne emerge un linguaggio che é il “nostro” linguaggio profondo, quello attraverso cui si esprimono le fiabe e i sogni, composto però anche da forme archetipiche che vanno oltre il tempo e i luoghi, come ad esempio configurazioni numeriche che sono rappresentate nella loro qualità psichica (in particolare il motivo del due).

Dalle sculture romaniche emerge inoltre un tessuto di mitologie popolari che dovevano essere sostituite dalle forme cristianizzate, le quali paradossalmente hanno finito con il proteggerle e conservarle nel tempo.

La ricerca sugli animali nei sogni
ANIMALI NEI SOGNI

Nonostante la società di oggi sia in continuo e veloce cambiamento esiste ancora un pensiero collettivo dominante sulla vita, sul microcosmo “corpo umano” e sul macrocosmo “pianeta terra”.

Il pensiero di fondo delle società così dette civilizzate poggia sull’idea mitica dell’eroe onnipotente e dominatore del proprio destino, della vita e del mondo in cui abita. Anche gli animali, acerrimi nemici di questo mito, sono stati imprigionati, ridicolizzati, sfruttati, asserviti ed alcuni sterminati.

Nell’ecologia psichica questo atteggiamento è percepito come pericoloso e distruttivo e i sogni lo stanno spesso ad indicare. Fare ricerca sugli animali nei sogni vorrebbe avere l’intento di mettere dei piccoli semi che possano nel tempo far maturare nuovi atteggiamenti nella coscienza.

Il viaggio dell’eroe.
INCONTRI A TEMADocenti: Michele Oldani, Astrid Rossi Pagés

Joseph Campbell, appassionato studioso di religioni, mitologia e antropologia, si è più volte soffermato sul mito del viaggio dell’eroe. Quest’ultimo rievoca l’archetipo del rito di passaggio che prevede margini da superare e che descrive le fasi di separazione, iniziazione e ritorno. L’incontro si propone di entrare in questo affascinante tema lasciandosi condurre dalle riflessioni dello studioso integrate nella prospettiva junghiana, attraverso i concetti di inconscio collettivo e archetipo. Verrà poi proposto un esempio di ciclo eroico tratto dalla mitologia greca e intrecciato ad esempi clinici, che suggerisce quanto la mitologia sia importante per decifrare il linguaggio della psiche e che rinnova l’appello che ciascuno di noi sente dentro di sé ad intraprendere la strada dell’individuazione.

Solve et Coagula: echi di alchemiche opposizioni tra sangue e carne, nei “piccoli sogni simili”.
PICCOLI SOGNI SIMILIDocenti: Adriano Alloisio

Benché nell’immaginario antropologico il sangue appaia in una ricca e articolata varietà di contesti e possibili valenze, nel sogno la gamma di immagini è al confronto sorprendentemente ridotta: macchie nell’ambiente, prelievi per esami e trasfusioni, effusioni spontanee o da ferite.  La ricerca ha puntato ora l’obiettivo sull’emergere nei sogni della contrapposizione tra sangue e carne, materia fluida e coagulata, e sul loro problematico e misterioso ricongiungimento, tema che già si ritrova nel rito eucaristico.  Si tratta di una conversazione aperta a tutti gli interessati, destinata anche a mettere al corrente chi già non lo fosse sui metodi e sugli intenti della ricerca.

Filottete e il trauma tra perdita e rinnovamento.
INCONTRI A TEMADocenti: Mauro Verteramo

Se c’è un evento attorno al quale tutta l’esperienza e la ricerca di un  paziente sembra ruotare, questo è il suo “trauma”. Ferita personale,  avvenimento senza immagini che ripetutamente si occulta e nello stesso  tempo si presenta esponendo l’individuo (e il terapeuta) all’invisibile. Questa frattura, che crea una “morte parziale” nella stessa vita, non  ci lascia mai, divenendo anzi quel tempio personale e privato dove  ognuno, nel proprio piccolo, “vede” il grande. È nella propria ferita  infatti che inizio e fine, angelico e demonico, bestiale e sublime,  nascita e morte ci interrogano, per avere una risposta al contempo  personale e trans-personale. Non è esagerato quindi dire che le immagini simboliche che si presentano nella breccia e la loro finalità creativa non si possono alla fine comprendere nel loro significato (psicologico e oggettivo), se non attraversando il senso del trauma. Al di là  dei pazienti queste questioni interrogano quindi la formazione e la  personalità dello psicoterapeuta, le sue problematicità di fondo, per  arrivare ad indagare fino a che punto lui e la sua stessa analisi si  permettano di arrivare a tale fondo. La riflessione inizierà con  “Filottete”, eroe di una tragedia scritta da Sofocle nel 409 a.C.,  procedendo con alcuni passaggi della vita di Jung e con alcuni sogni di  pazienti.

Filottete ferito a Lemno: lekythos attico a figure rosse del 420 circa a.C. (Metropolitan Museum of Art)

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