ADATTAMENTO, INDIVIDUALITÀ E PSICHE COLLETTIVA

Letture junghiane a cura del Centro StudiDocenti: Ilaria Datta, Riccardo Rondelli

La psiche personale sta all’inconscio collettivo come la Persona sta alla società, scrive Jung nel 1916.

L’individuo è un essere sociale che ha naturalmente bisogno di adattarsi al contesto sociale in cui vive. Allo stesso modo le aspirazioni dell’Io non possono prescindere, se non a prezzo di una nevrosi, dalle funzioni o dalle tendenze dell’inconscio collettivo.

Adattamento al mondo esterno e adattamento al mondo interno sono presupposti del percorso individuativo, quel processo che ha come meta lo sviluppo della personalità individuale, in continua interazione e scambio con la psiche collettiva.

“L’individuo si trova in certo qual modo in mezzo tra la parte conscia e la parte inconscia della psiche collettiva”. In questa architettura, nella parte conscia può essere situata la Persona, “una formazione di compromesso tra realtà e individuo”, che assolve alla funzione di adattamento dell’individuo al mondo sociale. Nell’inconscio, tra inconscio individuale e inconscio collettivo, esiste una formazione di compromesso che Jung chiama Anima per l’uomo e Animus per la donna.

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