“Considerazioni attuali sull’Ombra”. Gianluca Minella intervista Marco Gay

Dialogheremo oggi intorno al “problema del male” e alla “dimensione distruttiva”, cercando di inquadrare questi temi misteriosi e complessi all’interno della prospettiva epistemologica junghiana, proprio nello spirito indicatoci da Jung che nel delineare i nuovi principi della psicoterapia ci richiama, in quanto psicologi e analisti, al compito e al dovere di comprendere la situazione psichica del tempo in cui viviamo.

Questo ci porterà ad affrontare inizialmente il tema dell’Ombra Personale, così come è trattato nel suo pensiero e nella clinica.

In un secondo tempo ad occuparci invece dell’Ombra Collettiva per cercare di comprendere alcuni fenomeni della contemporaneità che hanno a che fare con la dimensione distruttiva e che ci invitano a riflettere anche sul grande problema del male, su questo mistero, nei sui aspetti individuali che spesso delineano e tracciano le varie e mutevoli forme della psicopatologia, ma anche nella sua dimensione irriducibile e ontologica.

Ci soffermeremo infine a riflettere sul tema etico per cercare di dare un senso a queste domande e immaginare (se non proprio profetizzare) scenari futuri.

L’Ombra è un concetto, una metafora o meglio un’immagine molto efficace che Jung utilizza molto spesso nel suo pensiero e nella clinica. Nella letteratura di fine Ottocento questo tema è stato molto presente: pensiamo al “Faust” di Goethe, o “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Stevenson solo per citare alcune opere tra le più conosciute. In verità è un tema archetipico che ritroviamo in tutte le mitologie come in moltissime culture primitive nella forma del gemello, del doppio, del sosia o più in generale dell’alter ego.

Nella sua biografia, Ricordi, sogni e riflessioni, Jung racconta un sogno, che lo intimorì e incoraggiò allo stesso tempo; un sogno che ci può essere utile per introdurre questo tema.

Un sogno, quello di Jung, checi offre un’immagine suggestiva di ciò che Jung intende per Ombra, qualche cosa che evidentemente si alimenta nel nostro e nel suo procedere. Essa ci insegue, procedendo sulla scia del nostro cammino individuativo, mentre stiamo vivendo, narrando o, quando va bene, scrivendo la nostra storia.

In questo caso è qualcosa di grande, oscuro e minaccioso, così essa si presentifica in modo immaginale alla luce della coscienza. Come ribadisce spesso Jung, la prima tappa del cammino individuativo ci porta a fare i conti con il nostro “lato in ombra”, con il nostro “fratello oscuro”, con quello che Freud definiva il “rimosso”, intendendo gli aspetti della nostra psiche che non vogliamo, non possiamo o non riusciamo ancora a vedere, comprendere, integrare. La clinica ci ricorda spesso che quanto più il lato oscuro è scisso dalla personalità cosciente di un individuo tanto più esso diviene pericoloso, perché autonomo, ossia svincolato dalla volontà dell’Io. «Ognuno di noi è seguito da un’ombra, e meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo, tanto più è nera e densa,» recita una famosa affermazione di Jung.

Marco Gay è psicologo, psicoanalista e psicoterapeuta ad orientamento junghiano. Laureato in filosofia si è formato al C. G. Jung Institut di Zurigo. Ha lavorato per sei anni alla clinica Zürichberg. Docente e analista didatta del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) dal 1982 al 1993. Co-fondatore, membro del direttivo e docente della Scuola Li.S.T.A (Scuola di specializzazione in psicoterapia ad orientamento junghiano – www.scuolalista.it) di Milano. Co-fondatore dell’associazione culturale Metis Africa. È tra i fondatori della rivista La pratica analitica e ha diretto Immediati dintorni. Ha collaborato con varie università e istituzioni. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni sulla pratica terapeutica, sui processi e dispositivi di cura e sulla dimensione immaginale. Ha recentemente pubblicato con Persiani Editore nella collana Temenos Archeologie junghiane. Attualità del Libro Rosso. Vive e lavora come analista nel suo studio privato di Verona, dove siamo venuti ad intervistarlo

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