Archivio 2019|2020
Nonostante Jung non abbia rivolto specificamente il suo interesse all’età evolutiva, il suo lavoro rappresenta una fonte importante per approcciare il bambino.
Dalla precisazione sulle due forme del pensare alla centralità conferita all’immagine tutto consente una comprensione dei meccanismi alla base dello sviluppo e degli strumenti idonei alla comunicazione delle diverse aree psichiche.
Le riflessioni cliniche sugli stati dissociativi e sull’esperienza traumatica consentono, oltre ad una comprensione della psicopatologia.
La manifestazione sintomatica è solo evoluzione o anche rivelazione? La teoria della ghianda legge la storia in senso prospettico cercando di cogliere i germogli delle possibili future evoluzioni anziché scrivere “storie al Futuro anteriore” già segnate dalla vulnerabilità o dal deficit.
La fantasia di crescita che pervade il nostro collettivo impedisce il rispetto dei tempi del bambino e condiziona le modalità di approccio l’infanzia. Concepire l’immagine come, prioritaria e il concetto come secondario consente di rispettare il “diritto a non parlare” del bambino.
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Il Sé e il processo di individuazione sono importanti anche nel corso dell’infanzia e in generale nella prima metà della vita. Lo sviluppo dell’individuo attraverso il processo di integrazione, de-integrazione e le immagini archetipiche come manifestazione del bambino e non solo come derivato delle immagini genitoriali.
Le esperienze infantili possono essere considerate in gran parte come elementari rappresentazione del Sé che, nel corso dello sviluppo, si trasformano in quelle complesse e organizzate esperienze definite sicurezza di sé, e nella sensazione di possedere un’identità caratterizzata da una continuità spazio-temporale.
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Il seminario affronterà gli effetti delle esperienze traumatiche sulla capacità di ricordare e sulle conseguenze delle esperienze traumatiche che ripetute esercitano sulla formazione della personalità, con particolare rifermento alla isteria e al disturbo borderline.
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Un corso in due incontri sul tema della dipendenza da sostanze (alcol e droghe) e da comportamenti disfunzionali (ad es. gioco d’azzardo patologico). Il fenomeno della dipendenza è in continuo aumento e vede coinvolte sempre nuove aree, come la dipendenza da cellulare o da Internet.
Durante il corso verranno illustrati alcuni fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo e al mantenimento della dipendenza e verranno presentati alcuni tra i principali metodi attualmente utilizzati per la terapia individuale e di gruppo.
Il corso è orientato a fornire al terapeuta alcune linee guida utili ad affrontare questo complesso problema per comprenderne meglio i diversi aspetti e per aumentare la possibilità di attuare strategie efficaci nel favorire il cambiamento.
«Quando noi vogliamo assimilare l’ignoto, questo avviene secondo l’analogia.» (C.G. Jung, Allgemeine Aspekte der Psychologie, 1913). L’analogia indica un rapporto di “somiglianza” tra oggetti, immagini o concetti. Questa complementarità rispetto alla logica interroga la natura e i modi del pensiero contemporaneo.
In che misura la razionalità trova sé stessa includendo intuizione e somiglianza? Secondo C.G. Jung il pensiero intuitivo, attraverso simboli e metafore, è in grado di accedere a quegli archetipi ai quali il pensiero logico-scientifico non può arrivare. Da un punto di vista filosofico, l’analogia è il principale strumento di mediazione fra la conoscenza e la coscienza, è il principio che media fra logica e dialettica: tra la “linea” e il “circolo”.
Questi due principî ordinatori, tramite l’analogia, propongono un’idea di filosofia e una prassi filosofica che non è né metafisica né semplicemente critica, bensì: “poetica dell’immaginazione creativa”.
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La cura psicoterapeutica e psichiatrica di persone e nuclei familiari provenienti da altre civiltà richiede competenze nuove e differenti da quelle unicamente basate sulle coordinate occidentali.
L’urgente necessità di creare dispositivi ‘meticci’ apre possibilità di confronti tra tecniche di cura, tra saper fare terapeutici e tra differenti modi di concepire la psiche e il disturbo mentale.
Il corso vuole presentare elementi fondamentali della prassi clinica delle consultazioni.
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I racconti tradizionali che provengono da altri continenti presentano percorsi iniziatici che si basano su coordinate differenti dai motivi tipici delle nostre fiabe e dei nostri miti. Il corso vuole proporre confronti e riflessioni su universali e archetipi da un lato e sulle variabili dei codici sociali, familiari, relazionali, etici e di costruzione dell’essere umano.
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Una riflessione su differenze e punti di contatto tra metodologie che, sebbene diverse, sono chiamate a realizzare interventi condivisi con persone non occidentali.
Verranno presentati casi di prese in carico di famiglie migranti che coinvolgono più operatori e reti di servizi, che sono state condotte dai conduttori e dalla loro équipe.
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