Archivio 2020|2021

Dice Jung: “È un impulso oscuro quello che alla fine decide della configurazione, un a priori inconscio preme verso il divenire forma… Su tutto questo processo sembra aleggiare un oscuro ‘saper di già’ non solo della configurazione, ma anche del suo senso. Immagine e senso sono identici e come la prima si forma così il secondo si chiarisce”.
La dimensione creativa affonda le sue radici nell’inconscio ed è una delle prime manifestazioni ad essere occultata quando un disagio interferisce nella normale evoluzione. Le manifestazioni dell’inconscio (sogni, disegni e gestualità) sono le sonde attraverso le quali contattare nuovamente quel fondo creativo che può rimettere in moto il processo immaginativo bloccato dal disagio e/o dalla patologia.
Pur con le necessarie differenze (dovute al tipo di sviluppo raggiunto) i processi creativi riguardano sia l’infanzia sia l’età adulta e promuovono nei nostri setting la vitalità necessaria alla elaborazione dei nuclei conflittuali.
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In età evolutiva il processo di valutazione richiede un’attenzione particolare per la moltitudine di fattori che entrano in campo. Trattandosi di un processo in fieri è, infatti, indispensabile comprendere e interpretare i vari comportamenti lungo le linee evolutive e in riferimento al contesto per non rischiare eccessive patologizzazioni né disconferme a importanti richieste di aiuto.
L’intersecarsi di dimensione affettiva e di processualità cognitiva richiede la capacità, da parte dell’osservatore, di integrare i vari aspetti per restituire al bambino e alla sua famiglia la complessità di cui sono portatori. Solo comprendendo il senso delle disfunzioni presenti si può giungere ad una valutazione significativa che sia anche propedeutica al processo terapeutico.
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Caratteristiche fenomenologiche della plusdotazione. La dissincronia delle aree dello sviluppo come paradigma determinante per accostarsi al mondo interno del bambino gifted e della sua famiglia.
“La personalità del bambino dotato oscilla tra estreme contraddizioni. È infatti molto raro che il talento riguardi in modo più o meno uniforme tutti gli ambiti psichici… È fondamentale proteggere l’impulso creativo da cui il bambino dotato può essere sopraffatto… Il talento non solo è quasi sempre compensato da una certa inadeguatezza in altri ambiti ma può accompagnarsi a una patologia” (C. G. Jung)
Difficoltà specifiche nell’ambito del rispecchiamento e della funzione riflessiva.
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Presenteremo i concetti essenziali che caratterizzano l’opera di Wilfred R. Bion, sia per quanto riguarda la sua attenzione all’individuo e al pensiero, sia per la sua attenzione al gruppo, e di porli in discussione in rapporto ai nuovi orientamenti che la psicoanalisi via via esprime, con particolare riferimento alla tematica della relazione.
La presentazione ripassa i punti focali dell’opera dell’autore: il significato e la funzione del pensiero; la questione dell’ascolto nella psicoanalisi; il concetto di vertice; il concetto di identificazione proiettiva; la rêverie; una maniera rovesciata di pensare il sogno; l’equivalenza tra sogno e inconscio; il gruppo; il parallelo tra il gruppo e la mente; il funzionamento psicotico.
L’intento è offrire agli studenti alcune suggestioni su questo autore e sulle sue prospettive, e l’occasione per riflettere durante la lezione, sui concetti e i modelli che verranno sentiti critici in sé e nel confronto con autori e teorie più frequentati.
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L’incontro con i rappresentanti di altre culture rappresenta una costante dei programmi della scuola, perché pensiamo che gli sguardi e le interpretazioni provenienti da altre culture aprano prospettive inconsuete e feconde per interagire con l’alterità.
Il lavoro comune nelle consultazioni diventa un’occasione di arricchimento per un diverso modo di intendere la vita e la cura, in una società sempre più meticcia.
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Il trauma appare ancora e sempre presente nelle consultazioni etnocliniche, rimane spesso sotto traccia e si manifesta in vario modo, per cui è doveroso, per una corretta diagnosi e un opportuno trattamento, riuscire a interpretare tutti quei segni e sintomi che lo caratterizzano.
Ci concentreremo in particolare sui contributi provenienti dalla letteratura e dalla pratica di autori con riferimento alla psicologia analitica.
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Il trattamento dei minori e delle loro famiglie rappresenta un ambito di cura che investe sia i servizi territoriali, sia le consultazioni.
Dall’esperienza di chi si è formato all’estero, in particolare in Francia con Marie-Rose Moro, verificheremo se le pratiche dell’etnoclinica francese si possano applicare anche ai modelli e alle situazioni italiane.
Questo incontro si inserisce negli scambi che la scuola promuove da anni invitando professionisti, che attivamente lavorano con questi napprocci innovativi.
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Abbiamo invitato un iniziato della cultura tradizionale orale per ascoltare dalla sua diretta testimonianza i saperi e le conoscenze di civiltà che raccontano altri modi di curare, educare e intendere la vita.
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Da alcuni anni molti operatori hanno mostrato interesse per la pratica della Sandplay Therapy; si tratta infatti di un metodo ricco di potenzialità sia dal punto di vista diagnostico sia da quello terapeutico.
Costituisce inoltre un esempio di come le immagini possano essere agite, esperite e vissute, e della loro efficacia, seguendo uno dei principi fondativi della psicologia del profondo. Il corso propone un avvicinamento agli aspetti teorici e a quelli applicativi.
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