I Moduli Didattici 2024-25
L’approccio dell’etnopsichiatria inglese affronta le tematiche della cura dei migranti da altre prospettive e usa altri idiomi, parla ad esempio di “dislocazione involontaria”.
Nel testo analizzato si parla ovviamente di “trauma”, considerata una parola per tutte le stagioni, e si affrontano le questioni e le strategie della cura passando per concetti e territori come la casa, l’identità, la vittima, per giungere al “disorientamento nostalgico” identificato come caratteristica onnipresente nelle esperienze cliniche illustrate.
[III-IV]
Quali sono gli intrecci possibili tra psicoterapia del profondo ed etnoclinica? L‘apertura all’inconscio collettivo, i viaggi in altri continenti e lo studio approfondito di altre religioni e civiltà hanno ampliato l’orizzonte teorico e clinico di Jung, permettendoci di studiare l’Etnoclinica di scuola francese in modo creativo e approfondito, che ha orientato lo svolgimento delle consultazioni etnocliniche e più in generale l’essere e il diventare ‘terapeuti’.
[3 moduli]
L’etnoclinica è un approccio e una metodologia che richiede una riflessione sugli attaccamenti culturali che fondano l’identità sia dei terapeuti, sia delle persone in consultazione. In questo contributo a più voci ci si propone di approfondire come il coltivare l’apertura a più appartenenze nutra l’incontro con l’alterità sia sul piano investigativo, sia su quello terapeutico.
[2 moduli]
Il corso vuole condividere esperienze dirette di presa in carico di persone provenienti da altre civiltà, da parte di équipes che operano seguendo i fondamenti dell’Etnoclinica.
Attraverso la narrazione e la discussione di consultazioni svolte secondo un preciso dispositivo, verranno evidenziati i compiti dei terapeuti, l’andamento degli incontri e le prospettive diagnostiche e prognostiche del metodo.
[4 moduli]
Miti e fiabe popolari, abbinati alle relative risonanze autobiografiche e al gioco di rimando tra visibile e invisibile, possono diventare motore di cambiamento urbano. Questa formazione esperienziale nasce dalla voglia di condividere una sperimentazione pedagogica, sociale e psicologica messa in campo negli ultimi venti anni tra centri e periferie italiane, navigando tra possibilità che hanno trovato nel racconto dei miti dei cinque continenti e nella psicologia del profondo integrazione e applicazione potente, generatrici di catene di cura personale e collettiva.
Dove territori curano individui che si curano curando i territori stessi. Partire dalla materia per esplorare l’invisibile che lo anima, per poi tornare a dare forma a una materia nuova (che magari ci piace anche di più), è un processo magico di cui il bambino è maestro, e l’adulto può farsi apprendista. Scoprendo chiavi di cura preziose e delicate per individui e comunità che accettino di lasciarsi attraversare dal filo virtuoso che ha unito in passato psicologia, pedagogia e politica.
Filo sempre in cerca di chi voglia farsene sarto per nuovi intrecci e trame di cambiamento (radicale e gentile, possibilmente).
[3 moduli]
L’etnopsichiatria è un settore della psicologia sviluppato da Tobie Nathan da oltre quarant’anni. Si occupa dello studio delle pratiche terapeutiche ‘senza gerarchizzazione né esclusione’. Ricercatori e clinici mettono a disposizione i loro saperi durante la consultazione di etnopsichiatria – dispositivo clinico inaugurato da Tobie Nathan alla fine degli anni Settanta -, costituito da operatori formati sia nelle nostre università che presso terapeuti tradizionali e ricchi di saperi. L’efficacia di tale dispositivo consiste nella sua capacità di accogliere e prendere in carico problematiche nuove, mettendo in discussione i parametri già noti per produrre riflessioni e risposte per le problematiche portate da pazienti provenienti da altre civiltà. Il corso si incentrerà sulla specificità del dispositivo clinico, con l’aiuto di esempi di pazienti, seguiti dall’équipe del Centre Devereux, che pongono nuove questioni e richieste di metodo.
[1 modulo]
Il corso studia l’approccio etnoclinico con le famiglie migranti provenienti dall’Africa del Nord e dall’Africa subsahariana, seguite dal Centre Devereux. Prenderemo in esame il loro modo di pensare, le loro sofferenze, le loro malattie, i problemi incontrati nell’educazione dei figli e nei rapporti che intrattengono con i nostri professionisti psico-socio-sanitari. Tratteremo le difficoltà provocate dai fraintendimenti tra gli utenti e i servizi, proponendo soluzioni teoriche e pratiche per superarle.
[2 moduli]
Il corso tratterà la nozione di possessione. Come funziona la possessione? Chi possiede chi? Quali sono gli esseri posseduti e gli esseri che possiedono? Inoltre, se il principio di possessione esiste e viene preso in carico nelle culture di provenienza di alcuni dei nostri pazienti, che cosa accade quando questa possessione è presente e attiva, mentre vivono in una società ‘moderna’ in cui la possessione, come da loro intesa, non viene riconosciuta né trattata dalla prassi dal pensiero psicologico o psichiatrico?
Inoltre, particolare attenzione verrà posta alla questione della possessione dei bambini delle famiglie migranti nati e cresciuto nelle nostre società, dove questo tipo di possessione non viene riconosciuto né preso in carico dai servizi psicologici e psichiatrici.
[2 moduli]