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Robert McCully ha esaminato le tavole del test di Rorschach con lo scopo di individuarne gli elementi che attivano determinati archetipi. Analizzeremo in gruppo il potere di stimolo di una delle dieci tavole del test.
Considerato un maestro scomodo della psicologia del profondo, il berlinese Ernst Bernhard é considerato l’iniziatore del metodo junghiano in Italia. Discontinuo allievo di Jung, amico di grandi artisti e analista di famosi intellettuali italiani, formò i primi junghiani a Roma, in un vagare profondo fatto di psicoanalisi, taoismo ed ebraismo. Percorreremo insieme il suo pensiero e la sua figura su cui pesa una certa rimozione, attraverso i diari, i sogni, le annotazioni e le voci – a volte contrastanti – di chi lo conobbe, in parte raccolti dal sottoscritto in alcune interviste e comunicazioni personali.
Presente fin dagli albori dell’espressione umana all’interno delle caverne del Paleolitico, quest’immagine archetipica animale ha sempre avuto una profonda interconnessione con la morte e il complesso materno. Vettore al processo di individuazione, il cavallo scandisce il tempo, la sua presenza è manifestazione del momento opportuno, connessione tra mondi e funzione trascendente.
Nell’opera di Jung Dioniso è un tema affrontato con molta prudenza. Hillman apre di più a Dioniso, con particolare relazione al rapporto maschile-femminile e alla relazione anima-corpo.
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Ulisse ha rappresentato nel tempo, da Dante fino a Joyce, motivo di ispirazione e riflessione. Il senso del suo errare, l’astuzia, la nostalgia, il rapporto con il padre e il figlio sono solo alcuni dei temi che l’odissea porta in scena. Il corso si prefigge lo scopo di affrontarli in chiave psicologica, prestando particolare attenzione alle figure del protagonista, di Penelope e Telemaco ed al viaggio, nella sua potenzialità realizzativa o nella possibile deriva psicopatologica che a volte ne nasconde la meta.
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Il corso intende percorrere a grandi linee la vita e l’opera di C.G. Jung. Dagli esperimenti di associazione alla teoria dei complessi, dalla relazione con Freud alla separazione e alla pubblicazione di Simboli della trasformazione, dalla tipologia all’energetica, saranno discussi alcuni concetti fondamentali del pensiero junghiano: libido, simbolo, archetipo, inconscio collettivo, proiezione, ecc.
Saranno delineate alcune figure tipiche della psiche come Persona, Ombra, Anima, Animus, Sé. Si daranno indicazioni sull’ultimo Jung, quello dell’alchimia e dell’ultima concezione di archetipo, che coinvolge le scoperte della fisica quantistica.
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Introversione ed estroversione rappresentano, secondo il modello junghiano, i due fondamentali orientamenti della libido. Che dialogo si crea nella vita psichica individuale e come le due modalità entrano in gioco nelle relazioni?
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Nel corso degli incontri approfondiremo, attraverso la lettura di alcuni brani scelti, le quattro principali tipologie psicologiche.
Quali possibili disagi osserviamo in campo clinico di fronte a quello che Jung definisce, riprendendo il pensiero di Schiller, un eccesso di differenziazione delle funzioni dell’uomo moderno? E quali le possibili conseguenze di una mancata differenziazione?
Quali fattori possono intervenire per ripristinare un’armonia tra le diverse forze psichiche in gioco?
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Intorno al “problema dell’inconscio” Jung dedica nel 1925 un ciclo di conferenze in inglese. Con il proposito di approfondire le formulazioni riguardanti la prassi e la psicologia analitica, si cercherà di cogliere il fondamento e l’evoluzione di alcune nozioni – tra cui la funzione trascendente, la tipologia, il tema dell’Anima-Animus – ripercorrendo i passaggi prefigurati nel Libro Rosso e narrati a posteriori in Sogni, ricordi e riflessioni.
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Archetipo e inconscio collettivo sono due ipotesi strettamente collegate che, nel corso della sua opera, sono state sottoposte da Jung ad una profonda trasformazione.
Dall’intensa esperienza clinica degli anni trascorsi al Burghölzli, nasce la prima idea di Urbild (immagine originaria) che costituisce, per così dire, l’elemento base, il mattone, di un’intera costruzione filogenetica concepita come una sorta di stratificazione geologica avvenuta in un tempo sostanzialmente lineare.
Nel tempo, l’idea di Urbild si trasforma, sia nella sua struttura interna sia nella sua funzione, e con essa si trasforma anche l’idea di inconscio collettivo.
Dall’Urbild arriviamo all’archetipo, concepito sempre più come un puro elemento di informazione, così come l’inconscio collettivo perde progressivamente la sua connotazione di sedimentazione evolutiva per divenire un campo relativamente privo delle consuete coordinate spazio temporali ed assomigliare sempre più a quell’implicate order teorizzato dal fisico David Bohm.
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