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La comunicazione riguarderà i vari aspetti dell’archetipo paterno: dalla legge alla violenza, dalla generatività alla distruttività, dal padre tiranno al padre democratico.
Le varie forme di sovranità.
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«Contemporaneamente mi occupavo degli studi preliminari per il mio libro sui tipi. Questo nacque principalmente dalla domanda: in che mi differenzio da Freud e da Adler? Quali sono le divergenze nelle nostre concezioni? Nel cercare di rispondere a questo quesito mi imbattei nel problema dei tipi: poiché è il tipo psicologico che determina e limita il giudizio dell’uomo. Il libro tratta innanzi tutto del modo con cui l’individuo si rivolge al mondo, il suo rapporto con gli uomini e le cose. Considera i vari aspetti della coscienza, i diversi atteggiamenti che può assumere verso il mondo, costituendo così una psicologia della coscienza esaminata da quello che si potrebbe chiamare un punto di vista clinico.», C.G. Jung, Ricordi, sogni e riflessioni.
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Intorno al “problema dell’inconscio” Jung dedica nel 1925 un ciclo di conferenze in inglese. Con il proposito di approfondire le formulazioni riguardanti la prassi e la psicologia analitica, si cercherà di cogliere il fondamento e l’evoluzione di alcune nozioni – tra cui la funzione trascendente, la tipologia, il tema dell’Anima-Animus – ripercorrendo i passaggi prefigurati nel Libro Rosso e narrati a posteriori in Ricordi, sogni e riflessioni.
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Il corso propone uno sguardo d’insieme sulle prime opere di Jung, dagli studi sulle associazioni verbali e sulla dementia praecox fino al valore terapeutico dell’abreazione del 1921, concentrando l’attenzione e lo studio sui Simboli della trasformazione (1912, rielaborato e riscritto nel 1952).
In quest’opera si trovano i fondamenti della psicologia complessa, si radicano le differenze dalle precedenti prospettive terapeutiche e si aprono profonde amplificazioni sui principali motivi tipici della psiche.
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Le funzioni paterne non si manifestano solo nel padre o nel papà. In quanto funzioni psichiche si manifestano anche nell’ambito sociale, istituzionale, sia in uomini che in donne.
Partendo dall’idea che l’archetipo oggi si manifesti in maniera diffusa e complessa, il corso vuole descrivere con un certo ordine le sue fenomenologie.
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Libera conversazione con l’autore. Il miglior attestato di quanto sia vitale la psicologia del profondo junghiana è la sua generatività, nel pensiero come nella pratica terapeutica. Dall’apertura di credito nei confronti dell’inconscio, dalla rinuncia alle pretese egemoniche dell’Io sulla psiche e dal ridimensionamento del valore di verità delle dottrine scaturisce l’incessante drammaturgia in cui, ogni volta, si declina la radicale fenomenicità dell’analisi. La popolano – con la concretezza di esseri viventi – sogni, figure archetipiche, immagini, simboli.
Nell’impervio paesaggio della loro feconda discordia e della loro segreta solidarietà s’inoltra Augusto Romano, esplorando via via la terra di mezzo tra teoria ed esperienza clinica. Si consiglia la lettura preventiva del libro.
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L’esperienza relazionale e psichica che paziente e terapeuta condividono nel percorso dell’analisi è il tema del seminario. Quando la conversazione terapeutica, nel creare nuove consapevolezze, si apre al mistero della psiche e della conoscenza, la psicoterapia può fornire un nuovo sguardo alla sofferenza.
Fra gli aspetti del metodo e della prassi terapeutica che si fondano sul pensiero di C.G. Jung, si presterà attenzione al senso del sintomo nel percorso di individuazione, al tema dell’equazione personale, alle relazioni di transfert e controtransfert e all’atteggiamento etico.
Insieme a Donatella D’angelo, in un incontro, è messo in scena “un dialogo analitico” in cui la coppia paziente e terapeuta si confronta Serpente mercuriale retrospettivamente sull’opus psychologicum, che ha accolto le immagini nate – tra visibile e invisibile – all’interno del setting, dando voce ad un lavoro di scrittura a due.
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Dagli studi di Pierre Janet, Jung prosegue nella sua ricerca dell’immagine della psiche come struttura associabile e dissociabile.
L’approfondimento si propone di sviluppare una disamina del concetto di trauma negli studi e nell’evoluzione del pensiero di Jung.
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«Un termine o un’immagine sono simbolici quando significano più di quanto denotino o esprimano. Hanno un aspetto più ampio, “inconscio” […] un aspetto che non potrà mai essere circoscritto con una definizione o spiegato esaurientemente. […] Mi sono concentrato sul testo onirico vero e proprio del sogno, il messaggio, che l’inconscio intende trasmettere, e ho incominciato a “circoambulare” il sogno stesso, senza mai perderlo di vista, così come si rigira fra le mani un oggetto sconosciuto guardandolo da ogni angolo, per assorbirne ogni particolare.»
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Stare nella sofferenza con l’altro non è la sfida più grande che ci troviamo ad affrontare in analisi, il passaggio più ostico è tenere come psicoanalisti su un punto, dietro la sofferenza non c’è necessariamente una colpa. Tuttavia la “ricerca del colpevole”, la reductio ad causam, è spesso un passaggio obbligato del con-patire, quando la sofferenza diventa insopportabile tutto vale anche l’attribuzione di colpe. Come “accompagnatori” coinvolti nel processo di individuazione siamo chiamati in prima persona allo sforzo costante di stare e non stare nel compatimento, spogliandoci al contempo del ruolo di giudici; in altri termini, siamo chiamati a riconoscere la nostra impotenza.
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