Eventi
Si parte entrando in una stanza. Vuota. O meglio, piena di tavoli e sedie e materiali vari disposti secondo un certo ordine. Tra i primi sguardi e le parole e la verifica che lo zucchero per il tè e la carta igienica ci siano, si avvia il rito del martedì mattino. Qual è la consegna di oggi? È sempre la stessa di fondo, ma loro non lo sanno. O forse sì. Ognuno può muoversi come meglio crede su questa tavola imbandita.
Ognuno cerca e trova il suo posto a sedere. Prendiamo i lavori dello scorso incontro e scegliamo il dettaglio più insignificante che abbiamo. Usiamolo come un nuovo ingrediente. Prima e dopo. Dentro e fuori. Lo spazio bianco e quello pieno. Il lavoro scorre sul filo teso tra due opposti. Si generano risonanze di forme e colore tra chi è seduto vicino. C’è un tempo per alzare lo sguardo e vedere le immagini dei compagni. C’è un tempo per giocare a condividere titoli e vissuti richiamati reciprocamente. Un’anta rotta di un pensile in cucina può diventare il volto di una sirena.
Ingresso libero
Per quale motivo l’attribuzione di un premio Nobel manda a pezzi la relazione di una coppia sposata? Fino a quando è tollerabile tener fede a un patto segreto, se il prezzo è la rinuncia al proprio talento e al desiderio di realizzarsi?
L’artificio che ha efficacemente separato la verità pubblica da quella privata vacilla sotto la spinta individuativa che rende improvvisamente insopportabile e offensiva questa consegna all’altro.
TAVOLA ROTONDA ATTORNO A: creatività, responsabilità, coraggio, talento.
Ingresso libero
La manifestazione sintomatica è solo evoluzione o anche rivelazione? La teoria della ghianda legge la storia in senso prospettico cercando di cogliere i germogli delle possibili future evoluzioni anziché scrivere “storie al Futuro anteriore” già segnate dalla vulnerabilità o dal deficit.
La fantasia di crescita che pervade il nostro collettivo impedisce il rispetto dei tempi del bambino e condiziona le modalità di approccio l’infanzia.
Concepire l’immagine come, prioritaria e il concetto come secondario consente di rispettare il “diritto a non parlare” del bambino.
La partecipazione per l’intera giornata richiede un contributo di 120,00 (80,00 € per i soci).
(È necessario iscriversi contattando la segreteria della scuola)
I racconti tradizionali che provengono da altri continenti presentano percorsi iniziatici che si basano su coordinate differenti dai motivi tipici delle nostre fiabe e dei nostri miti.
Il corso vuole proporre confronti e riflessioni su universali e archetipi da un lato e sulle variabili dei codici sociali, familiari, relazionali, etici e di costruzione dell’essere umano.
La partecipazione per l’intera giornata richiede un contributo di 120,00 (80,00 € per i soci).
(È necessario iscriversi contattando la segreteria della scuola)
Nonostante Jung non abbia rivolto specificamente il suo interesse all’età evolutiva, il suo lavoro rappresenta una fonte importante per approcciare il bambino.
Dalla precisazione sulle due forme del pensare alla centralità conferita all’immagine tutto consente una comprensione dei meccanismi alla base dello sviluppo e degli strumenti idonei alla comunicazione delle diverse aree psichiche.
Le riflessioni cliniche sugli stati dissociativi e sull’esperienza traumatica consentono, oltre ad una comprensione della psicopatologia.
La partecipazione per l’intera giornata richiede un contributo di 120,00 (80,00 € per i soci).
(È necessario iscriversi contattando la segreteria della scuola)
Istanza psichica introdotta da Freud nella seconda topica, il Super-io rappresenta l’insieme dei valori psicologici che da una parte limitano e dall’altra fondano la coscienza.
Strutturandosi in seguito al declino del complesso di Edipo, risulta essere il prodotto dell’interiorizzazione dei divieti ad esso collegati e successivamente delle regole e delle istanze morali proprie della famiglia e delle agenzie formative sociali.
Jung tiene invece ancorata questa istanza alla potenza dei valori psichici del passato di cui alcune immagini archetipiche sono espressione e ne inserisce la funzione in un più ampio schema collaborativo che prevede contemporaneamente il riconoscimento da parte dell’Io della preponderanza della psiche profonda di cui anche il Super-io è espressione e la collaborazione con esso a fini individuativi.
Il corso si propone un approfondimento delle teorie ed uno sguardo sulle conseguenti declinazioni relative alle problematiche psicopatologiche.
Ulteriori date: 3/04/2020 e 8/05/2020.
Ai partecipanti esterni viene richiesta una quota di € 40,00 (€ 30,00 per i soci)
Quest’anno il cineforum intende affrontare un tema al centro del dibattito psicoanalitico e sociologico degli ultimi decenni: il Padre. Quando si parla della figura e funzione del padre il discorso tende a estremizzarsi: da immagini vicine al padre castrante dell’Edipo freudiano, al padre in crisi e assente di cui si parla molto oggi. Negli ultimi anni sono stati diversi i film che hanno toccato questo tema: ne abbiamo scelti quattro. Come nel lavoro simbolico, la nostra speranza è di mettere a confronto queste polarità, per costruire durante i quattro incontri un’immagine di Padre nuova e contemporanea.
Presentazione di Giovanni Aricò, Andrea Melpignano e Federica Noziglia.
Ingresso libero
I tarocchi sono un mazzo di 78 carte diviso in due serie: 56 arcani minori e 22 arcani maggiori. Gli arcani minori sono le comuni carte da gioco, divise in quattro semi (per esempio: coppe, denari, bastoni, spade); gli arcani maggiori o “trionfi” sono figure manifestamente simboliche, come si intuisce già dalla loro denominazione: Matto, Bagatto (o Mago), Papessa (o Giunone), Imperatrice, Imperatore (o Giove), Papa, Innamorati (o Amore), Carro, Giustizia, Eremita, Ruota della Fortuna, Forza, Appeso (o Impiccato), Morte, Temperanza, Diavolo, Torre (o Casa di Dio), Stelle, Luna, Sole, Giudizio (o Angelo), Mondo. L’iconografia dei tarocchi nasce in seno all’enciclopedismo medioevale e affonda le radici nella mitologia classica. Reinterpretazioni successive ad opera di pittori e illustratori amplificano l’aspetto simbolico di queste immagini in ogni loro dettaglio. Nel XVIII secolo l’esoterismo francese sviluppa il loro significato in direzione spiritualistica e, da strumento di gioco, i tarocchi diventano strumento di divinazione.
Dal punto di vista analitico sembra possibile che le 22 lame dei tarocchi illustrino simbolicamente il processo di individuazione. Ne è indizio il fatto che l’arcano numero uno rappresenta il Bagatto (l’uomo misero, ma anche mago e artifex) e che l’arcano numero ventuno (il Mondo) è un mandala con tutte le caratteristiche della totalità ordinata e armonica. Disponendo gli arcani in cerchio (“rotat” è un abusato anagramma di “tarot”) l’arcano numero zero (il Matto) viene a trovarsi all’inizio del percorso, quale immagine di squilibrio e follia e contemporaneamente alla fine del percorso, quale immagine della “divina follia” che caratterizza l’anthropos pienamente realizzato.
È suggestiva l’ipotesi che gli arcani che si situano fra i due estremi rappresentino un iter ordinato e che configurino le tappe progressive del processo di individuazione, con la possibilità che illustrino anche una via femminile o “umida” e una via maschile o “secca” all’individuazione. Tuttavia, il fatto che i tarocchi siano carte da gioco, nate per essere mescolate e riordinate in continuazione, suggerisce che ogni percorso individuativo è variabile, mobile e soggettivo.
La partecipazione per l’intera giornata richiede un contributo di 120,00 (80,00 € per i soci).
(È necessario iscriversi contattando la segreteria della scuola)
Quest’anno il cineforum intende affrontare un tema al centro del dibattito psicoanalitico e sociologico degli ultimi decenni: il Padre. Quando si parla della figura e funzione del padre il discorso tende a estremizzarsi: da immagini vicine al padre castrante dell’Edipo freudiano, al padre in crisi e assente di cui si parla molto oggi. Negli ultimi anni sono stati diversi i film che hanno toccato questo tema: ne abbiamo scelti quattro. Come nel lavoro simbolico, la nostra speranza è di mettere a confronto queste polarità, per costruire durante i quattro incontri un’immagine di Padre nuova e contemporanea.
Nel piccolo villaggio del Malawi il tempo scorre lento e cadenzato dai colpi del mortaio sul grano… Il raccolto è il cuore pulsante che permette la sopravvivenza della famiglia di William, giovane studente che tenta di cambiare il proprio destino. Si deve però confrontare con la Legge del Padre, una dimensione in cui il dogma familiare e la paura del disconoscimento di potere, diventano più importanti della vita stessa. L’amore dovrà soccombere di fronte alla rigidità della legge demiurgica. Giunge allora il soffio del vento, come un dolce e numinoso messaggio nel cuore e nella mente di William. Vento e Acqua siglano la rinascita della vita nuova. Quel soffio, che è padre e madre, diviene uno spirito di feconda trasformazione.
Presentazione di Giovanni Aricò e Claudia Finetti.
Ingresso libero
Quest’anno il cineforum intende affrontare un tema al centro del dibattito psicoanalitico e sociologico degli ultimi decenni: il Padre. Quando si parla della figura e funzione del padre il discorso tende a estremizzarsi: da immagini vicine al padre castrante dell’Edipo freudiano, al padre in crisi e assente di cui si parla molto oggi. Negli ultimi anni sono stati diversi i film che hanno toccato questo tema: ne abbiamo scelti quattro. Come nel lavoro simbolico, la nostra speranza è di mettere a confronto queste polarità, per costruire durante i quattro incontri un’immagine di Padre nuova e contemporanea.
Un uomo anziano, parzialmente demente e con problemi di alcolismo, vede in un falso premio milionario la possibilità di riscatto di una vita fallita. Prova a partire a piedi, non potendo più guidare, mettendosi così in pericolo. Non riuscendo a farlo desistere, il figlio minore (anche lui con il peso di diversi fallimenti) decide di accompagnarlo in auto. Un lungo viaggio inutile, con una meta illusoria, rende possibile il riavvicinamento fra un uomo e il padre, senex-senile. Mentre la vanità dell’obiettivo è palese fin dall’inizio, ciò a cui il viaggio realmente conduce è la cura del rapporto padre-figlio. Il condividere l’impresa fallimentare e un lungo e lento viaggio, porta quindi a un successo più grande: la riparazione di una funzione paterna deficitaria.
Presentazione di Claudio Agosti e Giovanni Aricò.
Ingresso libero