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PROCESSI CREATIVI NELL’INFANZIA E NEL BAMBINO CHE ABITA L’ADULTO (I-IV ANNO)
PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVADocenti: Magda Di Renzo

Dice Jung: “È un impulso oscuro quello che alla fine decide della configurazione, un a priori inconscio preme verso il divenire forma… Su tutto questo processo sembra aleggiare un oscuro ‘saper di già’ non solo della configurazione, ma anche del suo senso. Immagine e senso sono identici e come la prima si forma così il secondo si chiarisce”.

La dimensione creativa affonda le sue radici nell’inconscio ed è una delle prime manifestazioni ad essere occultata quando un disagio interferisce nella normale evoluzione. Le manifestazioni dell’inconscio (sogni, disegni e gestualità) sono le sonde attraverso le quali contattare nuovamente quel fondo creativo che può rimettere in moto il processo immaginativo bloccato dal disagio e/o dalla patologia.

Pur con le necessarie differenze (dovute al tipo di sviluppo raggiunto) i processi creativi riguardano sia l’infanzia sia l’età adulta e promuovono nei nostri setting la vitalità necessaria alla elaborazione dei nuclei conflittuali.

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IL “SENSO” DELL’OSSERVAZIONE E IL “SIGNIFICATO” DELLA VALUTAZIONE (I-IV ANNO)
PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVADocenti: Magda Di Renzo

In età evolutiva il processo di valutazione richiede un’attenzione particolare per la moltitudine di fattori che entrano in campo. Trattandosi di un processo in fieri è, infatti, indispensabile comprendere e interpretare i vari comportamenti lungo le linee evolutive e in riferimento al contesto per non rischiare eccessive patologizzazioni né disconferme a importanti richieste di aiuto.

L’intersecarsi di dimensione affettiva e di processualità cognitiva richiede la capacità, da parte dell’osservatore, di integrare i vari aspetti per restituire al bambino e alla sua famiglia la complessità di cui sono portatori. Solo comprendendo il senso delle disfunzioni presenti si può giungere ad una valutazione significativa che sia anche propedeutica al processo terapeutico.

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CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE E PSICOPATOLOGICHE DEI BAMBINI GIFTED (I-V ANNO)
PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVADocenti: Magda Di Renzo

Caratteristiche fenomenologiche della plusdotazione. La dissincronia delle aree dello sviluppo come paradigma determinante per accostarsi al mondo interno del bambino gifted e della sua famiglia.

“La personalità del bambino dotato oscilla tra estreme contraddizioni. È infatti molto raro che il talento riguardi in modo più o meno uniforme tutti gli ambiti psichici… È fondamentale proteggere l’impulso creativo da cui il bambino dotato può essere sopraffatto… Il talento non solo è quasi sempre compensato da una certa inadeguatezza in altri ambiti ma può accompagnarsi a una patologia” (C. G. Jung)

Difficoltà specifiche nell’ambito del rispecchiamento e della funzione riflessiva.

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INTRODUZIONE A BION (I-IV ANNO)
TEORIE E MODELLI DELL’INTERVENTO TERAPEUTICO

Presenteremo i concetti essenziali che caratterizzano l’opera di Wilfred R. Bion, sia per quanto riguarda la sua attenzione all’individuo e al pensiero, sia per la sua attenzione al gruppo, e di porli in discussione in rapporto ai nuovi orientamenti che la psicoanalisi via via esprime, con particolare riferimento alla tematica della relazione.

La presentazione ripassa i punti focali dell’opera dell’autore: il significato e la funzione del pensiero; la questione dell’ascolto nella psicoanalisi; il concetto di vertice; il concetto di identificazione proiettiva; la rêverie; una maniera rovesciata di pensare il sogno; l’equivalenza tra sogno e inconscio; il gruppo; il parallelo tra il gruppo e la mente; il funzionamento psicotico.

L’intento è offrire agli studenti alcune suggestioni su questo autore e sulle sue prospettive, e l’occasione per riflettere durante la lezione, sui concetti e i modelli che verranno sentiti critici in sé e nel confronto con autori e teorie più frequentati.

[3 moduli]

L’ÉQUIPE DELLE CONSULTAZIONI (I-IV ANNO)
ETNOCLINICADocenti: John Kossi Fiawoo, Roberto Maisto, Giulia Valerio

L’incontro con i rappresentanti di altre culture rappresenta una costante dei programmi della scuola, perché pensiamo che gli sguardi e le interpretazioni provenienti da altre culture aprano prospettive inconsuete e feconde per interagire con l’alterità.

Il lavoro comune nelle consultazioni diventa un’occasione di arricchimento per un diverso modo di intendere la vita e la cura, in una società sempre più meticcia.

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IL TRAUMA MIGRATORIO (I-IV ANNO)
ETNOCLINICADocenti: Roberto Maisto, Giulia Valerio

Il trauma appare ancora e sempre presente nelle consultazioni etnocliniche, rimane spesso sotto traccia e si manifesta in vario modo, per cui è doveroso, per una corretta diagnosi e un opportuno trattamento, riuscire a interpretare tutti quei segni e sintomi che lo caratterizzano.

Ci concentreremo in particolare sui contributi provenienti dalla letteratura e dalla pratica di autori con riferimento alla psicologia analitica.

[2 moduli]

MINORI E ADOLESCENTI NEL LAVORO ETNOCLINICO (I-IV ANNO)
ETNOCLINICADocenti: Nathalie Zajde

Il trattamento dei minori e delle loro famiglie rappresenta un ambito di cura che investe sia i servizi territoriali, sia le consultazioni.

Dall’esperienza di chi si è formato all’estero, in particolare in Francia con Marie-Rose Moro, verificheremo se le pratiche dell’etnoclinica francese si possano applicare anche ai modelli e alle situazioni italiane.

Questo incontro si inserisce negli scambi che la scuola promuove da anni invitando professionisti, che attivamente lavorano con questi napprocci innovativi.

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INCONTRI E INTRECCI CON ALTRI MONDI (I-IV ANNO)
ETNOCLINICADocenti: Apam Dolo

Abbiamo invitato un iniziato della cultura tradizionale orale per ascoltare dalla sua diretta testimonianza i saperi e le conoscenze di civiltà che raccontano altri modi di curare, educare e intendere la vita.

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LABORATORI DI CASI CLINICI (III-IV ANNO)
ETNOCLINICADocenti: Roberto Maisto, Giulia Valerio

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INTRODUZIONE ALLA SANDPLAY THERAPY (I-IV ANNO)
SANDPLAY THERAPY E ESPRESSIONI CREATIVE DELLA PSICHEDocenti: Michele Oldani, Giulia Valerio

Da alcuni anni molti operatori hanno mostrato interesse per la pratica della Sandplay Therapy; si tratta infatti di un metodo ricco di potenzialità sia dal punto di vista diagnostico sia da quello terapeutico.

Costituisce inoltre un esempio di come le immagini possano essere agite, esperite e vissute, e della loro efficacia, seguendo uno dei principi fondativi della psicologia del profondo. Il corso propone un avvicinamento agli aspetti teorici e a quelli applicativi.

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