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LE PRODUZIONI INCONSCE NON ONIRICHE: IL DISEGNO E LE SUE NARRAZIONI
PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVADocenti: Magda Di Renzo

L’attività grafica costituisce, per il bambino, uno dei principali canali di comunicazione esprimendo, allo stesso tempo, le abilità psicomotorie raggiunte, le capacità di concettualizzazione in atto e le dinamiche del suo mondo interno. L’atto del disegnare, all’interno del setting terapeutico, assume anche un profondo valore relazionale e la narrazione del prodotto raggiunto rappresenta, spesso, un’importante elaborazione simbolica delle esperienze vissute nel processo terapeutico. La lettura e la possibile interpretazione dei disegni richiede al terapeuta dell’età evolutiva una dimensione immaginale ca-pace di tenere in vita il processo creativo in atto e di restituire, in chiave simbolica, il significato degli elementi emersi. 

[I-IV anno | 3 moduli]

REGNO VEGETALE: “PRESENZA” ARCHETIPICA E FONDATIVA DELLA PSICHE
PSICOLOGIA ANALITICA E SCIENZEDocenti: Raffaella Pozzi

Guardare e ascoltare la natura, soprattutto nei suoi apparenti silenzi, ci consente di entrare nel nostro universo di simboli e di diventare consapevoli di quanto essa sia ancora presente in noi e di come possa manifestarsi in alcuni quadri psicopatologici. 

[I-IV anno | 3 moduli]

PSICOTERAPIA NEI SERVIZI PSICHIATRICI
TEORIE E MODELLI DELL’INTERVENTO TERAPEUTICO

Il corso affronterà il tema della psicoterapia nei servizi psichiatrici unendo due approcci: teorico e pratico. Saranno presentate alcune linee guida, cliniche e relative al contesto dei servizi psichiatrici, indispensabili nel bagaglio di conoscenze di chi lavora come psicologo psicoterapeuta in questi servizi. Alcuni esempi possono essere la gestione delle emozioni intense e dei confini spesso labili tra il paziente e il terapeuta, e la capacità di lavorare in équipe con altre figure professionali. Una parte del corso si concentrerà invece sul progetto di Residenzialità Leggera per illustrare con esempi concreti il lavoro psicoterapeutico con persone affette da disturbi psichiatrici gravi. 

[I-II anno | 2 moduli]

INTRODUZIONE ALL’ETNOCLINICA
ETNOCLINICADocenti: Roberto Maisto

Affronteremo i principali riferimenti teorici che ispirano la nostra pratica etnoclinica partendo dai contributi della scuola francese di G. Deve-reux, T. Nathan e M.R. Moro, declinati poi nelle realtà italiane. Quale setting impostare, quale modalità di relazione avere nell’incontro con una alterità caratterizzata spesso da una cultura orale, quali malintesi cercare di evitare nell’approccio diagnostico e terapeutico sono gli elementi fondanti di un dispositivo di cura che deve essere adattato per essere efficace e fare emergere le narrazioni che l’Altro spesso tace quando si sente poco accolto.

[I-II anno | 2 moduli]

PEDAGOGIA AFRICANA
ETNOCLINICADocenti: Rita Bartolucci, Giulia Valerio

Da più di un secolo antropologi e missionari, etnologi e psicologi hanno sentito la necessità di approfondire le coordinate su cui si fonda il modo di pensare, concepire, crescere e educare l’essere nuovo che viene al mondo, tanto da considerarlo “il segreto della serenità”, (così si chiama il libro di M. Cisternino). Chi è colui o colei che ritorna? Come si può ricevere questa personalità antenato/terrestre? Come ancorare sulla terra il bambino, pari in dignità all’adulto, capace di proteggere la forza germinale della semina e di compiere riti propiziatori? Il corso vuole presentare alcuni concetti chiave di altri modi di essere genitori e di strutturare il rapporto con i propri figli, per poter evitare interventi affrettati, superficiali, quando non addirittura errori di diagnosi e dannose applicazioni di schemi valutativi improntati solamente alla cultura occidentale. 

[I-IV anno | 2 moduli]

L’ÈQUIPE DELLE CONSULTAZIONI
ETNOCLINICADocenti: John Kossi Fiawoo, Roberto Maisto, Idrissa Le Sage Traoré, Giulia Valerio, L'équipe di MetisAfrica

Anche quest’anno proseguiamo con le riflessioni, i contributi e le interpretazioni che arricchiscono e incidono nella pratica etnoclinica soprattutto quando sono presenti nell’equipe curante, come coterapeuti, colleghi che vivono l’esperienza di essere tra due mondi, quello della loro cultura di provenienza e quello della vita quotidiana qui in Italia. Si aprono allora prospettive diverse, inconsuete, e nel lavoro clinico entrano in campo modi altri di vivere la vita, la malattia e di conseguenza la cura stessa. 

[I-IV anno | 2 moduli]

GLI OGGETTI ATTIVI: TRA PSICHE E MATERIA
ETNOCLINICADocenti: Roberto Maisto, Giulia Valerio

Capita spesso che i pazienti stranieri arrivino alla nostra osservazione alla fine o in contemporanea con un loro percorso di cura in cui si sono rivolti alle cosiddette cure “tradizionali”, o meglio definite come le cure che seguono le “parole delle generazioni”. Seguono i loro riti o altre prescrizioni, vengono portando con sé diversi oggetti di protezione che sono sta-ti definiti da Nathan “oggetti attivi”. In parallelo la psicologia analitica si è a lungo interrogata sulle relazioni profonde che la materia intesse con la psiche, vista come un altro ente altrettanto fisico, concreto. Cercheremo come ricercatori di vedere quali siano i possibili punti di contatto tra questi mondi, senza volere arrivare a pure e semplici traduzioni che risulterebbero delle banalizzazioni. 

[I-IV anno | 2 moduli]

CURARE I FIGLI DEI MIGRANTI
ETNOCLINICADocenti: Nathalie Zajde

Come procedere quando gli antenati rimasti al paese recla-mano i bambini nati durante la migrazione? Illustrerò il tema con l’aiuto di casi clinici presi in carico nella consultazione di etnopsichiatria del Centre Georges-Devereux. “Non si può rompere impunemente con gli antenati. Reclama-no i loro riti altrimenti – come martellano i saggi – produrranno infelicità e malore sui loro discendenti”, scrive T. Nathan: “La prassi etnoclinica si fonda sulla cura delle connessioni interrotte dal trauma migratorio e dall’esilio, nel rispetto profondo dei sistemi religiosi e medici di altre civiltà, e delle protezioni che derivano dalle relazioni tra visibile e invisibile, dalle norme sociali, dai riti e dagli oggetti di cura”. 

[I-IV anno | 2 moduli]

CURARE I TRAUMI PSICHICI DELLE VITTIME DELLE VIOLENZE POLITICHE LEGATE AL GENERE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA
ETNOCLINICADocenti: Nathalie Zajde

Illustrerò il tema con l’aiuto di esempi di casi seguiti nella consultazione di etnopsichiatria che ho creato in Guinea Conakry. Dobbiamo al Centre Devereux la creazione e lo sviluppo del dispositivo delle con-sultazioni, che accoglie in gruppo eterogeneo per età, formazione e provenienza la persona ferita con le persone che lo accompagnano (fami-liari, amici e operatori), rispettando codici di comunicazione altri: i pericoli della relazione duale, il fatto che la sofferenza non è questione individuale, l’importanza della disposizione a cerchio, l’assenza di oggetti connotanti la cultura dominante, l’immersione nei modi della cultura orale, l’assenza di domande dirette e così via. Si tratta inoltre di un modello a geometria variabile, che si adatta alle circostanze in cui si situa. 

[I-IV anno | 1 moduli]

CASI CLINICI
ETNOCLINICADocenti: Roberto Maisto

Dopo la formazione specifica rivolta alle tematiche etnocliniche, questi moduli sono l’occasione di un laboratorio attivo su casi particolari da affrontare in maniera condivisa.

[III-IV anno | 2 moduli]

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